Come innaffiare le orchidee

Una delle piante che maggiormente vengono apprezzate per essere sistemate in casa è costituita dall’orchidea. Coltivare le orchidee non è così complesso, in particolare se facciamo riferimento ad alcune regole ben precise che comprendono le varie fasi della coltivazione di questa pianta. Si deve fare attenzione, tra le fasi da seguire, anche all’innaffiatura.

In questa guida vedremo proprio come innaffiare le orchidee, tenendo conto di alcuni principi essenziali che rendono questo procedimento non troppo complicato da mettere in atto, ma allo stesso tempo molto delicato per permettere la corretta crescita della pianta in questione.

Le caratteristiche delle orchidee

Le orchidee costituiscono una delle piante che maggiormente trovano posto in casa. Apprezzata in tutto il mondo, si tratta di una pianta che permette di fornire una certa eleganza alla nostra abitazione. Le origini dell’orchidea vanno fatte risalire all’Asia e all’America, ma è bene ricordare che di questa pianta esistono tantissime varietà, con più di 25.000 specie che differiscono per le loro caratteristiche.

Ma quali sono le peculiarità che accomunano le varie specie di orchidea, in linea generale? Innanzitutto possiamo dire che si tratta di piante con radici aeree, che possono quindi svilupparsi anche sulle rocce o sui rami di altre piante. Esistono comunque delle varietà che riescono a galleggiare in acqua e per questo sono considerate delle specie acquatiche.

Quando innaffiare le orchidee

Quando innaffiare le orchidee? Partiamo proprio da questa domanda per comprendere qual è il rapporto tra orchidea e acqua. Nel caso dell’orchidea cura e annaffiatura sono molto importanti, per garantire un corretto sviluppo della pianta nel corso del tempo. Si tratta in generale di piante tropicali e per questo motivo, nella cura di questi vegetali, dobbiamo sempre fare riferimento alle caratteristiche che possiedono.

Dobbiamo, infatti, specificare che queste piante in genere hanno la necessità di calore e di umidità. Generalmente i periodi di siccità delle regioni tropicali corrispondono ai periodi di riposo della pianta dal punto di vista vegetativo. Le splendide fioriture si verificano solitamente nel corso delle stagioni più umide in queste regioni del pianeta.

Per questo motivo dobbiamo assolutamente considerare le specificità della pianta quando cerchiamo di comprendere quanto innaffiare per il corretto sviluppo delle orchidee. Per esempio, quando i germogli nuovi attraversano il loro periodo di crescita, la pianta non necessita di una grande quantità di acqua e il substrato dovrà essere abbastanza secco.

In caso contrario, se la pianta venisse innaffiata con una quantità di acqua eccessiva, i germogli potrebbero marcire. Per questo in situazioni di sviluppo dei germogli è possibile fornire alla pianta l’acqua una volta alla settimana.

Se vogliamo sapere come innaffiare le orchidee nel caso in cui le radici sono più sviluppate, in queste situazioni dobbiamo considerare il fatto che possiamo procedere con innaffiature maggiori. Naturalmente in questa fase della crescita della pianta non dobbiamo dimenticarci nemmeno della concimazione e ricordiamo che possiamo innaffiare le orchidee anche tre volte a settimana.

Cerchiamo in queste situazioni di fornire il giusto grado di umidità alla pianta, evitando allo stesso tempo di bagnare i fiori, per evitare delle possibili macchie. Allo stesso modo evitiamo possibili ristagni di acqua che si potrebbero venire a creare.

Come annaffiare le orchidee

Come innaffiare un’orchidea, quindi? Dopo aver visto il periodo migliore, l’orchidea ogni quanto si annaffia, e la quantità di acqua da fornire, vediamo adesso come si annaffiano le orchidee, una delle piante più utili per purificare l’aria di casa.

L’immersione in acqua

Una delle strategie più utilizzare a questo scopo è la tecnica che prevede l’immersione con tutto il vaso all’interno di una bacinella piena di acqua, un’operazione che dovrebbe essere effettuata per circa 30 minuti.

In seguito bisogna far sgocciolare il vaso e asciugare completamente per un’ora di tempo. Al termine di questo periodo di tempo si può rimettere la pianta al suo posto. Si tratta di una tecnica molto utilizzata per il fatto che l’acqua in questo modo potrà entrare all’interno delle radici in modo completo.

Sgocciolando per bene, in seguito, sarà possibile evitare dei ristagni, che potrebbero essere pericolosi per la pianta. In questa fase bisognerà comunque utilizzare dell’acqua povera di calcio, come quella ricavata dalla pioggia oppure l’acqua demineralizzata. Naturalmente il tutto dovrà essere effettuato utilizzando dell’acqua a temperatura ambiente.

È possibile anche procedere in maniera diversa, con un’immersione più rapida all’interno della bacinella. Si può infatti immergere la pianta con il vaso nell’acqua per tre volte, utilizzando anche una quantità di acqua non eccessiva.

La vaporizzazione delle orchidee

Se vogliamo sapere come si bagnano le orchidee, un’altra strategia che è possibile mettere in atto è quella della vaporizzazione. In questo caso basterà avere a disposizione uno spruzzino che deve essere riempito con l’acqua, sempre a temperatura ambiente. Facciamo molta attenzione, però, alla fase di innaffiatura.

Sapere come innaffiare le orchidee, infatti, è fondamentale, e, a prescindere dalla tecnica utilizzata per l’innaffiatura, bisognerà agire in modo prudente e con molta precisione. Infatti con il metodo della vaporizzazione potrebbe verificarsi un ristagno di acqua in alcune aree delle foglie, determinando dei danni alla pianta.

L’acqua nello spruzzino dovrebbe essere sempre fresca, per questo evitiamo sempre dei ristagni, che potrebbero determinare lo sviluppo di batteri pericolosi per la pianta. Utilizziamo poi uno spruzzino non molto intenso, in modo da mettere a punto degli spruzzi nebulizzati. L’acqua in eccesso dovrebbe essere sempre evitata quando innaffiamo le orchidee.

Utilizzare lo spruzzino per innaffiare le orchidee è un’ottima idea soprattutto nel periodo dell’anno in cui fa maggiormente caldo, in cui le temperature sono molto alte. In queste situazioni, quando la pianta non si trova più nella fase di periodo vegetativo, potrebbe essere utile agire proprio con questa particolare tecnica per innaffiare.

Ricordiamo inoltre che è importante mantenere intorno alla pianta un microclima umido. Per esempio possiamo utilizzare un sottovaso pieno di acqua, che non vada a bagnare comunque in modo diretto le radici dell’orchidea.

Un ottimo modo per permettere la creazione di una certa umidità intorno alla pianta è anche quello di sfruttare dell’argilla espansa, da mettere all’interno del sottovaso. In questo modo sarà possibile aggiungere un po’ di acqua, per creare un corretto stato di umidità, che fa bene alla pianta, specialmente in alcuni periodi dell’anno.