Caos SPID, la decisione é ufficiale: ecco cosa cambia

SPID - Fonte AdobeStock
SPID – Fonte AdobeStock

Dopo mesi di caos sul sistema della SPID arriva la decisione ufficiale sul suo uso.

Ci sono voluti mesi per poter quanto meno raggiungere una tregua tra le parti, ovvero tra il sottosegretario all’Innovazione tecnologica e i rappresentanti dei vari gestori del sistema di identità digitale, ma sembra che finalmente si possa parlare di un accordo.

In particolare è il governo ad aver accettato di ridefinire le convenzioni sull’uso della SPID, impegnandosi anche ad affrontare tutti i nodi più importanti sulla questione – che riguardano per lo più la sostenibilità economica del sistema.

Cerchiamo dunque di capire nel dettaglio cosa si è impegnato a fare il governo e a cosa si mira per l’immediato futuro.

SPID, cosa chiedono i gestori al governo

Verso la fine del 2022 scoppia il caso SPID; per cui si inizia anche a parlare del suo eventuale “pensionamento” a causa della scadenza delle convenzioni firmate con i principali gestori ma il governo, per non lasciare scoperto il servizio, decide di prorogare quelle decisioni fino ad aprile 2023. Proprio per questo oggi si torna a parlare degli accordi firmati, soprattutto perché i vari Poste Italiane, Aruba, Infocert e via discorrendo oggi chiedono nuovi contratti per poter a mantenere ancora il servizio.

Nello specifico si parla di circa 50 milioni di euro che dovrebbero garantire ai gestori un sostegno per poter gestire al meglio le identità digitali e che potrebbero essere recuperati dal PNRR. Non finisce qui però, perché le stesse aziende oggi chiedono anche di essere coinvolte nei futuri progetti di governo e di eliminare la concorrenza alla SPID per il prossimo futuro sistema europeo di identità digitale. A queste condizioni, concludono i gestori, si può anche pensare di prorogare le normative attuali fino a giugno.

SPID - Fonte AdobeStock
SPID – Fonte AdobeStock

SPID, cosa riserva il futuro a questo sistema di identità digitale?

Si cercano insomma i fondi per poter sostenere le spese di mantenimento della SPID, ad oggi la più utilizzata dai cittadini per i servizi online, ma anche di poter eliminare la concorrenza per l’identità digitale. Una richiesta che in realtà si sposta benissimo con le intenzioni del sottosegretario all’Innovazione tecnologica Alessio Butti, che non ha mai nascosto di voler far convergere lo SPID con la CIE (ossia la carta d’identità digitale).

Le intenzioni sarebbero di lanciare a Roma un bando già a primavera per portare avanti quella che viene definita Identità digitale nazionale, uno dei temi cari anche all’Europa – che a sua volta ha avviato un cantiere per creare un unico sistema di questo tipo (per ora attraverso un’app che possa avere un funzionamento simile a quello del green pass).

Ad ogni modo, anche basandosi sulle intenzioni dell’Europa di procedere con il potenziamento del sistema di identità digitale, dismettere la SPID sarebbe un grave errore, per cui è necessario piuttosto cercare di definire gli accordi con i gestori quanto prima per poter procedere anche alla creazione di un wallet per l’identità digitale.