Denunciato un nuovo disastro ambientale: “Portata senza precedenti”, spiagge completamente invase

Affollamento di plastica su una spiaggia – newsecologia.it

Nuovo allarme rosso a causa di una denuncia arrivata in queste ore: un nuovo disastro ambientale minaccia alcune delle più belle spiagge mai viste.  

Ritorna alla ribalta l’incubo dell’inquinamento e dell’ingombro da plastica. In determinate coste è stata infatti segnalata la massiccia presenza di piccoli pellet fatti con questo materiale.

Si tratta di palline in plastica per decine di migliaia, quelle occupanti le coste di cui parliamo. Una situazione che rappresenta senza dubbio una seria minaccia soprattutto per l’ecosistema marino. Si vorrebbe cercare una soluzione ma a quanto pare si sta rivelando essere un compito a dir poco arduo.

Il nuovo disastro ambientale parte dalla plastica sulle spiagge

Il fenomeno di cui parliamo in questo momento vede coinvolte le coste della Bretagna ma, come riportato da greenme, questo non è il primo caso. Nelle scorse settimane, lo stesso problema è stato registrato anche presso le coste spagnole e quelle britanniche. In tutte queste coste, si è riscontrata la presenza delle suddette palline di plastica, la cui provenienza è ancora avvolta nel mistero. Quel che è certo, a questo punto, è la minaccia ambientale.

Tali palline rischiano infatti di essere ingerite da pesci e tartarughe marine. Degli attivisti della Ong Surfrider Foundation Europe, associazione che ha come finalità proprio la salvaguardia ambientale costiera, hanno avuto in merito un’iniziativa. Si tratta di una campagna di pulizia volta a raccogliere il pellet lungo le coste interessate. Una situazione che però non basta perché, come abbiamo già anticipato, il problema vede coinvolti diversi paesi. Cosa fare quindi?

E’ molto più difficile ripulire una spiaggia con inquinamento da microplastiche – newsecologia.it

Chiesto un intervento legislativo

Dobbiamo sottolineare come ogni particella ha le dimensioni di una lenticchia, e sebbene la loro origine sia ignota, si pensa che possano essere state disperse da navi trasportanti container con quel contenuto. Si ipotizza, sullo stesso punto, altresì di incidenti industriali, i quali avrebbero condotto alla dispersione di così tante migliaia di particelle, di volta in volta.

Inoltre, dobbiamo premettere che questo tipo di pellet in plastica non è ancora stato schedato come sostanza pericolosa per l’ambiente da parte dell’Organizzazione Marittima Internazionale. Ne consegue che ogni impresa che risulti implicata nel trasporto del suddetto pellet, non è tenuta al rispetto di procedure atte ad evitare una simile dispersione. Serve quindi che sia il sistema legislativo ad intervenire per indicare il modo corretto di agire e come trattare quindi questo materiale.