Smart working e Buoni pasto | Lavoratori dipendenti e autonomi: cosa cambia nel 2023

I buoni pasti e lo smart working possono andare di pari passo? Scopriamo cosa dice la normativa di questa questione che a moltissimi non appare chiarissima.

A livello di welfare, il buono pasto è una vera e propria misura utile per tutti i lavoratori, sia dipendenti che autonomi. Di fatto, spendendo poco, il datore di lavoro può dare ai propri dipendenti un grande supporto. Un incentivo anche a livello di economia oltre che al benessere lavorativo. Ma, come anticipato non è una misura che appare chiara, soprattutto riguardo allo smart working, scopriamo come funziona.

Smart working e buonipasto 2023 la nuova normativa cosa prevede
(Fonte: iStock)

Possiamo dire, stando alle sentenze di tribunali locali e Corte di Cassazione, che lo strumento del buono pasto non può essere ritenuto una vera retribuzione. Dettaglio che esclude questa misura dall’ambito del Decreto Legislativo 81/2017, dove è stato regolamentato anche la modalità dello smart working o lavoro agile. Il decreto di fatto, sancisce che retribuzione e benefit non debbano essere cambiati.

Buoni pasto e smart working

Di fatto quello che dobbiamo considerare è il modo in cui i buoni pasto vengano citati a livello di contratto. Qualora siano presenti nel contratto collettivo o individuale, possono essere rimossi tramite un accordo. Qualora invece avvenga tramite una distribuzione autonoma e volontaria dal datore di lavoro, i buoni pasto possono anche essere rimossi qualora si attui la modalità di lavoro da remoto.

Il motivo riguarda la gestione del tempo: la legislazione e le interpretazioni considerano il lavoratore in smart working più autonomo di gestire il proprio tempo. Non ha bisogno quindi di equilibrare la pausa pranzo. Se da una parte la normativa consente quindi di revocare da parte dei datori di lavoro la misura del buono pasto per chi lavora da remoto, permette di avere delle agevolazioni fiscali inerenti. Ad esempio,  consegnare buoni pasto per lo smart working non prevede alcuna tassa in più o aumenti dei costi.

Tradotto, questo significa che la possibilità di dare buoni pasti rimane un beneficio possibile, considerando che è un’integrazione di reddito che non viene tassata. I voucher elettronici fino ad un massimo di 8 euro al giorno non vengono di fatto tassati e consentono ai lavoratori di acquistare in supermercati e ristoranti senza commissioni, un beneficio di questi tempi preziosissimo.