Assegno unico differente, da febbraio ecco cosa cambia

Aumento assegno unico - Fonte AdobeStock
Aumento assegno unico – Fonte AdobeStock

Cambiano alcune regole per l’assegno unico, che dunque a partire da febbraio sarà regolato da differente normativa, ecco cosa cambierà.

Nell’ottica di incrementare i sostegni alle famiglie, così come ha chiarito fin da subito il nuovo governo, cambiano alcuni parametri dell’assegno unico.

A partire da febbraio saranno erogati gli assegni unici per le famiglie – il sostegno previsto dal governo e distribuito dall’INPS per aiutare le coppie con figli – che però quest’anno hanno visto qualche piccolo ritocco in merito alle normative.

Quest’ultime, inserite nella nuova legge di bilancio, riguardano soprattutto alcuni aumenti previsti dall’esecutivo in merito a diversi parametri. Cerchiamo dunque di fare chiarezza su cosa cambierà a partire da quest’anno e come sarà possibile fare domanda.

Gli assegni unici cambiano, come saranno a partire da febbraio

Con la nuova legge di bilancio cambiano alcuni parametri per l’erogazione dell’assegno unico – lo strumento economico per aiutare le famiglie con figli dal settimo mese di gravidanza fino al 21° anno di età. A partire da febbraio infatti l’INPS procederà con la distribuzione del sostegno con alcuni ritocchi in positivo per le famiglie. In particolare l’assegno vede un adeguamento all’inflazione, ma sono stati previsti anche degli aggiornamenti per i nuclei famigliari più numerosi.

Aumento assegno unico - Fonte AdobeStock
Aumento assegno unico – Fonte AdobeStock

La legge n. 197/2022 ha stabilito infatti che da gennaio 2023 l’importo standard – ovvero quello che prescindere dall’ISEE – è maggiorato del 50% per ciascun figlio con età inferiore ad un anno; lo stesso vale per chi ha almeno 3 figli di cui uno tra uno e tre anni e un ISEE che non supera i 40.000 euro.

In ogni caso, comunque, l’assegno avrà un minimo di 75 euro e un massimo di 262,5 euro (rispetto ai precedenti 50-175 euro). Inoltre è stata prevista una maggiorazione di 150 euro (rispetto agli attuali 100) per nuclei famigliari che abbiano almeno 4 figli.

Per quanto riguarda invece la rivalutazione legata all’inflazione è bene precisare che al momento il valore deve ancora essere ufficializzato da un decreto ministeriale – che dovrebbe essere reso noto entro metà gennaio nonostante la su menzionata legge di bilancio abbia già dato qualche parametro di riferimento (si parla di circa 94 euro mensili di maggiorazione).

Per quanto riguarda la domanda, è bene precisare che nel caso di primo figlio questa può essere inoltrata tramite il sito dell’INPS o rivolgendosi ad un patronato. La procedura può essere effettuata una volta sola per lo stesso figlio, dal momento che si rinnova in automatico – a meno di variazioni come il raggiungimento dei 21 anni del figlio o la nascita di altri bambini.