Buoni pasto molto ambiti:come funzionano e chi ne ha diritto

Un punto vendita convenzionato – newsecologia.it

Oggi cerchiamo di scoprire e illustrare più a fondo il funzionamento dei buoni pasto, così che l’utente interessato possa trarne tutte le info di cui necessita. Ma l’attenzione è rivolta anche a definire chi sarebbero, per l’appunto, gli utenti che possano esserne interessati, in quanto aventi diritto. 

I buoni pasto consistono in una forma di welfare molto diffusa. Sicuramente tra le più diffuse insieme a Sanità pubblica e alla previdenza complementare. Il servizio è offerto ai lavoratori  che debbano acquistare il pranzo o fare la spesa, sempre presso punti convenzionati.

Se a beneficiarne sono i lavoratori, ad erogarli è il datore di lavoro. Sono cioè una forma di pagamento erogabile da parte di quest’ultimo. Anche il loro valore è assegnatovi dal datore di lavoro, e hanno la funzione di sostituire la mensa aziendale.

Tutto quel che serve sapere sui buoni pasto

I buoni pasto sono spendibili per acquistare cibo in gastronomie, supermercati, o altri punti aderenti – newsecologia.it

Il datore di lavoro, ossia l’impresa, contatta per i buoni pasto il servizio che ritiene più confacente, fornito dalle ditte autorizzate. Seleziona il taglio, solitamente con valore che va da 5 a 8 euro per quelli elettronici, e anche la modalità d’erogazione. Dunque tramite tramite blocchetti cartacei o carte elettroniche.

Chiaramente ogni pezzo verrà distribuito ad un dipendente, che si tratti di una card o di un blocchetto. In quanto alla funzionalità, essi detengono un potere d’acquisto pari al valore facciale del buono pasto. Esso non può essere utilizzato per un importo parziale, ma solamente per acquistare beni alimentari del medesimo importo. Non si può ad esempio acquistare un prodotto da 5 euro, o una spesa complessiva di tale importo con un buono da 8 euro.

Inoltre, ogni esercizio commerciale aderente ha un proprio regolamento sull’accettazione dei buoni pasto, ma in ogni caso, non più di 8 buoni per volta possono essere spesi per il pagamento. Ad averne diritto sono i dipendenti, pubblici o privati, a tempo parziale o full-time, come anche i collaboratori dell’azienda senza vincoli di subordinazione con essa.

Come l’Agenzia delle Entrate ha chiarito nel 2020, anche i lavoratori in Smart Working hanno diritto ai buoni pasto laddove gli stessi siano previsti dal contesto aziendale d’appartenenza o dal Contratto Collettivo di Lavoro applicato. Non sostituisce il nessun modo la retribuzione ma si tratta di un servizio aggiuntivo, se previsto.

Si tratta di una forma d’erogazione detraibile per le aziende, in particolare del 100% ai fini Ires e Irap. Anche l’Iva al 4% risulta detraibile interamente.