Congedi parentali: quando non devono essere negati, ecco le sanzioni che si corrono

Chiariamo dubbi riguardo i congedi parentali: arriva un nota dell’Ispettorato del lavoro per approfondire le sanzioni per i datori di lavoro.

Congedi parentali, arriva una nota da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che offre dei chiarimenti circa le sanzioni per chi viola la possibilità di beneficare di congedi parentali. Approfondendo i termini, gli importi e tutto quello che c’è da conoscere.

Congedi parentali, quando non devono essere nagati, ecco le sanzioni che si corrono
(Fonte: iStock)

L’INL mostra il funzionamento delle sanzioni considerando le misure di conciliazione che legano la vita professionale da quella privata.

Congedi parentali: come funzionano le sanzioni per i datori di lavoro

Parliamo dei congedi dedicati ai padri, considerando il documento di prassi, i datore di lavoro se si oppone a questa possibilità può incorrere in sanzioni amministrative.

Parliamo di sanzioni che possono andare dai 516 fino a 2.582 euro, eliminando qualsiasi possibilità di variazioni, oltre che la negazione del certificato per la parità di genere nei 2 anni postumi alla violazione.
Per chi invece si oppone di far beneficiare ai suoi dipendenti del congedo di paternità alternativo alla madre, si prefigge una sanzione penale dall’arresto fino a 6 mesi, oltre la mancata certificazione per la parità di genere.

Si evince che chi ostacola o si rifiuta di far esercitare ai propri dipendenti il diritto di assenza dalle attività lavorative, disposto dall’articolo 27-bis sono previste sanzioni amministrative da euro 516 a euro 2.582. Qualora riscontrati 2 anni precedenti alla richiesta della domanda di certificazione della parità di genere o certificazioni previste da regioni e dalle province autonome, ci sarebbe un impedimento nei confronti del datore di lavoro di ottenere le suddette certificazioni.

Dettagli ulteriori sono presenti nella nota rilasciata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro , con oggetto tutto il sistema relativo alle sanzioni dopo il Dlgs n. 105/2022 sull’equilibrio tra attività lavorativa e vita privata per genitori e coloro che prestano assistenza.