Territorio sostenibile: nasce la prima grande comunità energetica d’Italia in Piemonte

Il Piemonte, storicamente conosciuto come una delle regioni più all’avanguardia in Italia, sia per ambiti economici che politici, sarà capostipite anche di una rivoluzione dal punto di vista ambientale. All’interno della regione, grazie all’accordo sottoscritto tra diversi comuni e province (tra cui anche Torino) nascerà Territorio sostenibile, la prima grande comunità energetica d’Italia. La Oil Free Zone potrebbe portare a dei cambiamenti importantissimi non soltanto all’interno della penisola, ma in tutto il mondo dell’ambito di ambiente, clima e sostenibilità.

Che cos’è Territorio sostenibile, la Oil Free Zone che nascerà in Piemonte

Si chiamerà Territorio sostenibile e sarà la prima Oil Free Zone in Italia, che nascerà in Piemonte dopo l’accordo tra comuni e province, tra cui anche Torino. L’accordo è stato sottoscritto il 16 aprile, e avrà i suoi effetti nel breve termine, grazie ai quali sarà possibile mettere in atto una rivoluzione in materia di sostenibilità, clima e ambiente.

Uno dei partner dell’iniziativa, Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, ha parlato di un’area in cui è prevista una sostituzione in modo progressivo dei combustibili fossili con fonti di energia rinnovabile, con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza completa dal petrolio.

La Oil Free Zone sarà il primo passo verso la realizzazione della prima grande comunità energetica d’Italia, per cui c’è la necessità della sottoscrizione di almeno 40 comuni. Al momento, invece, sono 25 i comuni che hanno firmato l’accordo. La comunità non soltanto porterà a tagli sulle emissioni di CO2, ma anche risparmi per cittadini e sviluppo per la comunità.

Le difficoltà burocratiche e amministrative

La realizzazione di una comunità a seguito della Oil Free Zone si opporrà alle difficoltà burocratiche e amministrative, che caratterizzeranno un ostacolo per l’amministrazione.

La difficoltà fondamentale riscontrata da Angelo Tartaglia, in materia prettamente burocratica, è l’assenza di una legge che regolamenti la costruzione di aree energetiche. Tuttavia, è possibile aggirare l’ostacolo attraverso la Legge 221 del 2015, che garantisce la possibilità di creare zone libere dalla dipendenza da fonti fossili.