Smart working, la fine é vicinissima: pronti all’addio definitivo

Smart working e riunioni da remoto
Smart working e riunioni da remoto (Depositphotos)-newsecologia.it

Sembrerebbe essere davvero vicina la data in cui i lavoratori italiani diranno addio allo smart working: ma potrebbe non essere così per tutti.

Scoprire quanto fosse comodo lavorare da casa, di sicuro con i suoi vantaggi e anche i suoi svantaggi, è stato per via della pandemia, qualche anno fa, quando quasi tutti gli italiani sono stati costretti a imboccare la via dello smart working. Si rivelò tanto utile anche all’ambiente, che in quei tempi tornò a respirare come non mai.

Alcuni lavori ancora oggi permettono di svolgere le proprie mansioni da casa, ma farla diventare una regola generale per alcune categorie, sembra non essere più possibile. Infatti il tentativo di inserire lo smart working nel Decreto Milleproroghe, almeno per lavoratori fragili o con figli a carico minori di 14 anni, non è andato a buon fine

Dunque è prossima la data definitiva dell’addio allo smart working, per tutti, anche per i dipendenti privati, tranne ovviamente le eccezioni, coloro che hanno accordi contrattuali diversi. Per esempio accordi di lavoro messi per iscritto dove si stabilisce che alcune mansioni possono essere svolte da remoto o anche detto secondo la formula del lavoro agile.

Smart working: la data dell’addio definitivo è vicinissima

Precisamente la data cade il 31 marzo. Per alcune categorie la possibilità di aderire a questa modalità di lavoro era già terminata qualche mese fa, per esempio, il 31 dicembre per i dipendenti pubblici e attraverso una direttiva dello stesso mese è fatto carico ai dirigenti di poter accordare la possibilità a dipendenti, in base a necessità eccezionali, di smart working: potrebbero essere per esempio condizioni di salute precaria o situazioni familiari gravi.

Tra l’altro questa è una richiesta, laddove possibile, che il lavoratore privato potrà sempre avanzare, naturalmente sarà l’azienda a decidere. Anche scegliendo la formula del lavoro agile, bisognerà sempre ricordare alcuni punti di tutela del lavoratore, che pur lavorando da casa avrà diritto a tempi di riposo e alla cosiddetta disconnessione ma anche rispetto alle modalità di monitoraggio da parte del datore di lavoro.

Lavorare da casa
Lavorare da casa (Depositphotos)-newsecologia.it

Una possibilità al vaglio del datore di lavoro, specie per alcune categorie

Certo è che il lavoratore da remoto potrà scegliere qualsiasi location, a volte il datore di lavoro potrà chiedere di evitare luoghi pubblici per evitare connessioni ugualmente condivisibili e quindi meno protette. Ma tornando ai lavoratori fragili e a coloro che hanno figli a carico minori di 14 anni, pur essendo finito il diritto allo smart working, hanno priorità rispetto agli altri su questa misura di lavoro agile.

Sono categorie che non potranno mai essere escluse a vantaggio di altre. Consideriamo che ad oggi i lavoratori in smart working in Italia non sono pochi, con un numero intorno ai 3,6 milioni di lavoratori e sembrerebbe essere anche un numero in crescita nonostante lo stop legislativo.