Fangoterapia: le sedute sono molto efficaci ma non per tutti | Chi non può farle

Applicazione fanghi
Applicazione fanghi (Depositphotos)-newsecologia.it

La fangoterapia sembra essere davvero funzionale alla prevenzione e alla cura di certe situazioni patologiche e infiammatorie, ma non per tutti.

Il fango termale alla base della fangoterapia, è un efficace alleato, completamente naturale, nella cura ma anche nella prevenzione di alcuni disturbi e malattie, con effetti terapeutici che possono protrarsi anche molto a lungo nel tempo. Il fango utilizzato nel trattamento della fangoterapia viene fatto maturare fino a un anno.

Composto da una parte solida, di solito argilla e da una liquida, acqua salso-bromo-iodica-solfatoalcalino-terrosa. Ma in quali casi è particolarmente indicata la fangoterapia? Sicuramente nei casi in cui si soffra di reumatismi, osteortrosi, contratture muscolari, fibromialgia, sindrome del tunnel carpale o miopatie.

Questo tipo di trattamento non viene mai effettuato nella fase acuta del disturbo o della patologia, o prima o dopo. I trattamenti di fangoterapia vengono sempre somministrati sotto il controllo di personale medico e specializzato. Naturalmente affinché apporti benefici il soggetto si deve sottoporre a un vero e proprio ciclo di sedute. Per coloro che non conoscessero molto sulla fangoterapia e su come essa si svolga, ecco qualche cenno.

Fangoterapia: un trattamento efficace per molte patologie

Si tratta di un trattamento che va affrontato a stomaco vuoto. Il fango può essere applicato su tutto il corpo, ad eccezione di alcune zone delicate, oppure solo in singole zone da trattare, alla temperatura di circa 40°C e con uno strato spesso dai 5 ai 10 cm.

Dopo l’applicazione il soggetto viene coperto con apposite lenzuola, coperte o tele cerate. Dopo il tempo necessario, il paziente viene immerso in vasche di acqua, per poi passare per altro tempo in una cabina, per la cosiddetta “reazione sudorale”, almeno per un’ora, dopo della quale si passa infine alla massoterapia per tonificare. Un trattamento non invasivo ma sicuramente non sempre adatto a tutti. Ebbene sì, per la fangoterapia esistono alcune controindicazioni.

Fangoterapia
Fangoterapia (Depositphotos)-newsecologia.it

Fangoterapia e controindicazioni, chi non può farla

La prima già precedentemente descritta, riguarda lo stato stesso della patologia che si viene così a curare, infatti la fangoterapia non può essere fatta da chi ha l‘infiammazione in uno stato acuto in corso. Inoltre l’applicazione dei fanghi è sconsigliata a coloro che soffrono di insufficienza venosa agli arti inferiori, in particolare ne è sconsigliata l’applicazione in sede malleolare.

La fangoterapia estesa è ugualmente sconsigliata nei pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca, epatica o renale. Ecco, sono diverse gli aspetti da prendere in considerazione prima di intraprendere un percorso del genere. La cosa più giusta da fare è sempre rivolgersi al proprio medico e farsi consigliare al meglio su quale sia il trattamento più adatto alle proprie condizioni di salute.