Paradisi Fiscali, pensi di scappare? Non recarti in questo paese

Paradisi Fiscali, un Paese non è più nella lista
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Un accordo storico storico in materia economica e di tassazione, sancisce l’eliminazione di un Paese dalla lista dei Paradisi Fiscali.

Possiamo definirla una notizia storica, quella cha ha preso forma nel mese di aprile di quest’anno, con la firma del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e della consigliera federale della Svizzera Kerin Keller Sutter. Una firma che è stata utile per regolare quelle che sono state definite “questioni fiscali pendenti”tra i due Paesi.

L’Italia e la Svizzera sono in qualche modo collegate, innanzitutto da un numero elevato di lavoratori che si sposta nel Paese elvetico per esempio dalla Lombardia, parliamo di circa 78 mila frontalieri e anche per coloro che furbamente hanno approfittato della segretezza e dell’impenetrabilità del sistema bancario svizzero per mettere al sicuro i propri capitali.

La Svizzera a partire dal 1999 era stata inserita dalle autorità legislative del nostro Paese nella Black List dei cosiddetti Paradisi Fiscali, un elenco di luoghi, disseminati nel mondo, che non hanno nessuno scambio in termini di informazioni  economiche e bancarie con il sistema italiano. Il provvedimento che ha firmato il Ministro dell’Economia riguarda proprio la rimozione della Svizzera dalla Black List.

La Svizzera non è più un paradiso fiscale

Un cambiamento radicale non privo di effetti. Il primo, quello più immediato, è l’eliminazione dell’obbligo, da parte di cittadini italiani che hanno conti in Svizzera, di dimostrare la loro effettiva residenza fiscale, nel caso di un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate che magari contesta che i loro guadagni dovrebbero essere sottoposti alla tassazione in Italia.

Andiamo un attimo indietro per capire bene le conseguenze di questa modifica. In Italia, la normativa prevede che chi emigra in uno dei Paesi presenti sulla Black List, ha l’onere di dimostrare che il suo trasferimento di residenza sia reale ed effettivo, per scongiurare qualsiasi accenno a pratiche di evasione fiscale.

La Svizzera non è più nella Black List
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L’eliminazione dalla Black List e le nuove regole

Con l’eliminazione della Svizzera dalla Black List viene eliminato di conseguenza quest’obbligo di prova da parte del cittadino che emigra. Inoltre nell’accordo siglato tra i due Paesi è stato prevista anche la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo tra Repubblica Italiana e Confederazione Svizzera per evitare la doppia imposizione dei lavoratori frontalieri, dovrebbe essere effettiva dal primo gennaio 2024.

Cosa cambia praticamente? In sostanza fino all’accordo, la norma prevedeva che le imposte da lavoro dipendente venissero pagate tutte in Svizzera e che una parte venisse poi restituita al sistema tassativo italiano attraverso pratiche complicate e macchinose. Con l’accordo al sistema svizzero non viene più pagato il 100% ma il 70%, e con un aumento in busta paga, i lavoratori frontalieri dovranno presentare dichiarazione dei redditi in Italia.