Vestiti Tossici, ecco quelli rischiosi: non comprarli

Vestire consapevole per l'ambiente
Vestire consapevole per l’ambiente – newsecologia.it

Essere consapevoli della questione ambientale, significa scegliere un guardaroba sostenibile dai tessuti rispettosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente

Essere sostenibili e consapevoli della grave questione ambientale che colpisce il pianeta significa fare delle scelte quotidiane, che riguardano le azioni e i comportamenti di tutti i giorni, per far si che l’azione sia davvero concreta. Per esempio quella più frequente è la scelta di un’alimentazione sostenibile, magari vegetariana o vegana.

Un passo che è tra i più consapevoli e che magari a volte passa in secondo luogo è la scelta e la costruzione del proprio guardaroba, scegliere abiti che rispettino l’ambiente a partire dal loro ciclo produttivo per esempio oppure non acquistarne sempre di nuovi ma scegliere l’usato e il vintage. Ormai il mercato della moda è ricco in questo senso, molti negozi fisici ma anche molte applicazioni e siti web si occupano di questo.

Anche conoscere bene i materiali dei vestiti che si acquistano è fondamentale dal punto di vista del loro impatto sull’ambiente. Chiedersi il luogo di provenienza, quanto costa produrli, in termini si di costi di produzione, ma anche umani e ambientali, se sono riciclabili. Sono queste le domande da porsi quando si vuole acquistare un abito e si controlla l’etichetta per conoscerne il tessuto.

Tra i tessuti più inquinanti, il poliestere ma anche la viscosa

Tra i tessuti più impattanti, sicuramente il poliestere, ma anche quella che è definita la sua sostituta “green” la viscosa, va studiata bene, per capire se è veramente tale.  La viscosa o all’inglese rayon nasce all’incirca nel 1800, in Francia, l’industria tessile colpita, in particolare quella della seta è in crisi per via di una malattia che ha colpito i bachi da seta. Louis Pasteur, il celebre chimico francese, trova una soluzione al problema chiamata proprio viscosa, una seta prodotta in laboratorio.

Un processo chimico a tutti gli effetti, dai bassi costi e dal risultato grandioso, visto che il tessuto può essere impiegato in innumerevoli confezioni. Ancora oggi il problema della sua sostenibilità sta nel processo produttivo: la viscosa è una fibra tessile che si ricava dalla cellulosa, semplicemente dalla polpa del legno. Spesso quest’ultima viene trattata con prodotti chimici molto aggressivi e di conseguenza dannosi  per l’ambiente.

Un tessuto di viscosa, un'alternativa veramente green_
Un tessuto di viscosa, un’alternativa veramente green? – newsecologia.it

Un’origine vegetale ma subisce pesanti trattamenti chimici

Quindi ovviamente l’origine è vegetale, senza alcun dubbio, ma potrebbe essere potenzialmente impattante e dannosa per il trattamento subito, nonostante venga considerata l’alternativa sostenibile al poliestere. C’è da dire che quando la viscosa arriva negli armadi e nelle case, il suo contatto con l’uomo è naturalmente sicuro, subisce infatti numerosi processi di lavaggio.

Secondo le ricerche del National Center For Biotechnology Information ad essere colpiti dai suoi effetti negativi sono i lavoratori delle fabbriche. Un alto rischio rappresentato da quei processi chimici di lavorazione che potrebbero causare anche danni neurologici e malattie cardiache. Le fabbriche di viscosa sono concentrate per lo più sul territorio cinese e asiatico. Paesi in cui le leggi sulle emissioni e sull’inquinamento ancora sono molto deboli.