Congedo parentale, sarà facoltativo: più facile prendersi cura dei figli

Congedo parentale - Fonte AdobeStock
Congedo parentale – Fonte AdobeStock

Cambiano le regole per il congedo parentale e in particolare sono previsti dei grandi cambiamenti soprattutto nel caso dei papà.

Vediamo dunque come cambieranno le normative nel caso in cui la manovra economica per il 2023 sarà confermata.

Dopo settimane di discussioni, sono stati rivisti i parametri per il congedo parentale sono state introdotte diverse novità che riguardano anche i genitori di sesso maschile. La prima stesura della bozza era infatti stata bollata come discriminatoria, per cui l’esecutivo si è rimesso al lavoro per cambiare alcuni parametri e rendere più egualitario questo tipo di beneficio. Vediamo quindi, qualora la manovra economica 2023 dovesse passare, come cambierà il congedo parentale per i genitori dei bambini appena nati.

Congedo parentale, tutte le novità previste per il 2023

Uno dei temi principali che il governo intende affrontare è il sostegno per le famiglie, sia in forma economica che attraverso misure che possano rendere più semplice prendersi cura dei propri figli. Con un primo provvedimento, che in queste ore è stato modificato, si prevedeva l’incremento di 30 giorni per quanto riguarda il congedo parentale ma soltanto alle neo mamme.

Congedo parentale - Fonte AdobeStock
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Dal momento che questo provvedimento è stato definito discriminatorio, la nuova bozza prevede che ci sia un aumento dei giorni di congedo anche per i genitori di sesso maschile. Questo dunque implica che se al momento si hanno a disposizione fino a 10 mesi complessivi per accudire il bambino fino ai primi 12 anni di vita (ovvero tra entrambi i neo genitori) ora a me le figure avranno diritto ad un mese in più di congedo facoltativo.

Inoltre questi 30 giorni in più saranno retribuiti all’80% invece che al 30 come prevede l’attuale normativa in caso di congedo facoltativo, e dovrà essere utilizzato obbligatoriamente entro il compimento dei sei anni del figlio. Ovviamente starà alla famiglia decidere quale dei due genitori potrà richiedere il mese in più, dal momento che come per i mesi precedenti sono cumulativi tra entrambe le figure.

Questo provvedimento rientra, come anticipato, nei sostegni previsti dal governo per aiutare le famiglie; nello stesso maxi emendamento infatti sono stati cambiati anche i parametri di riferimento per l’assegno unico universale – ovvero la quota assegnata per ciascun figlio dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età.