Vuoi staccarti dal riscaldamento condominiale centralizzato, ecco i costi

Come staccarsi dal riscaldamento centralizzato e avere il proprio riscaldamento domestico? – newsecologia.it

Vuoi staccarti dal riscaldamento centralizzato del condominio in cui abiti? La legge dice che ciò è possibile. Vi sono all’uopo dei vantaggi che si presentano, compatibilmente con le esigenze tue e del tuo nucleo familiare. Vediamo insieme di cosa si tratta e come fare. 

Vi sono vantaggi, nell’operare il distaccamento, quali l’autonomia di decisione sull’impiego dei termosifoni in casa, quando accenderli e per quanto tempo. E poi il risparmio sulle spese di combustibile utilizzato per il riscaldamento dell’intero condominio.

In base all’art. 1118 del Codice civ. il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato è del tutto possibile per il condomino. Vediamo quindi quando si riveli possibile staccarsi, e cosa ciò comporti in termini di costi e di procedura.

La procedura per operare il distacco dall’impianto centralizzato

A seconda dei lavori di adattamento necessari, verrà determinato l’importo preciso, ma ci sono delle linee guida – newsecologia.it

E’ il comma 4 del citato art. 1118 a stabilire i casi in cui potersi distaccare. Si tratta del distacco dal quale non derivino squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. Inoltre, la presenza delle suddette condizioni dovrà essere appositamente certificata da un tecnico abilitato. Solitamente si tratta di un tecnico progettista o di un idraulico.

La relazione tecnica che ne deriverà infine, dovrà essere resa nota a tutti i condomini. Per il resto, a lungo si è dibattuto in Giurisprudenza se il distacco debba essere supportato dal parere favorevole degli altri condomini, da esprimersi attraverso un’assemblea. Alla fine la questione è stata risolta in senso favorevole alla tesi secondo cui il consenso dell’assemblea condominiale non è necessario.

Ciò stando alla lettura secondo cui il distacco dalla rete è un diritto proprio del condomino, e la legge prevede in riferimento solamente il rispetto delle condizioni menzionate. Per la procedura, per operare il distaccamento, il condomino dovrà comunicare l’intento all’amministratore condominiale, tramite richiesta formale e con, in allegato, la perizia tecnica.

Contestazioni ed eccezioni

Se la validità della perizia viene contestata, si nominerà un nuovo perito, e, se quest’ultimo non confermi l’esito della prima, la suddetta possibilità potrà essere limitata. In seguito al distacco, il condomino continuerà a contribuire alle spese di manutenzione straordinaria e anche quelle di riscaldamento indiretto, nella misura ricevuta dal passaggio dei tubi nelle proprie pareti perimetrali.

Sarà il perito a stabilire la quantità effettivamente erogata e il contributo proporzionale da versare. Avendo però il riscaldamento centralizzato un impatto inferiore a livello ambientale, se il regolamento edilizio comunale o regionale abbia stabilito il divieto di distacco, questo non potrà operarsi. Allo stesso tempo, potrebbe venire esclusa la possibilità dal regolamento di condominio, precedentemente approvato.

I costi

Tra questi annoveriamo l’acquisto di una caldaia autonoma, per una spesa che va da 800 e 2.000 euro. A ciò si somma l’adattamento tecnico dell’impianto all’appartamento, come la deviazione dei tubi, ad esempio. In più, vi si aggiunge la canna fumaria, per una spesa in media sui 900 euro. Le spese verranno ammortizzate in alcuni anni, prima che si inizi a registrare un effettivo risparmio d’energia.