Torna la cometa di Rosetta: quando sarà vicina alla Terra

Novità interessanti per tutti gli appassionati dello spazio. Chi non vuole perdersi un altro spettacolo del nostro universo non può assolutamente mancare di puntare gli occhi con un telescopio verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Si tratta della cometa conosciuta per la missione Rosetta dell’ESA, un corpo celeste che si avvicina al nostro pianeta e che raggiungerà la distanza minima nella notte tra l’11 e il 12 novembre, arrivando a 61 milioni di chilometri dalla Terra.

Una distanza minima davvero ridotta

In ogni caso anche nei giorni precedenti rispetto a questa data sarà possibile vedere il passaggio della cometa in questione, avendo a disposizione un telescopio. Si tratta di una cometa, come spiegano gli studiosi, che sarà visibile per tutta la notte tra l’11 e il 12 novembre.

L’oggetto celeste in particolare ritorna periodicamente nel nostro sistema solare, ma stavolta si tratta di un avvicinamento molto particolare, perché la distanza minima che sarà raggiunta è davvero ridotta. Consideriamo che, per vederla così da vicino, bisognerà attendere altri 193 anni.

La scoperta della cometa

La cometa di Rosetta è stata scoperta da due astronomi russi nel 1969. Si tratta di una cometa periodica, che torna in un periodo regolare che corrisponde a circa 6,5 anni. Quando si ripresenta, comunque, non lo fa sempre alla stessa distanza.

Un nuovo passaggio della cometa in questione è previsto ad esempio nel 2034, quando, il 29 novembre di quell’anno, la cometa sarà nei pressi della Terra, raggiungendo una distanza di 70 milioni di chilometri dal nostro pianeta.

La missione con la sonda Rosetta

Ma perché la definiamo cometa di Rosetta? Ci riferiamo alla sonda Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea, che è arrivata in prossimità della cometa dopo un viaggio durato dieci anni. Qui ha sganciato un lander, che è giunto sulla cometa nel 2014.

Dopo 12 anni di ricerche, la missione si è conclusa e la sonda si è schiantata nel 2016 proprio sulla cometa stessa. Uno degli obiettivi della missione dell’ESA che ha coinvolto anche questa sonda è stato proprio quello di studiare questo corpo celeste affascinante.