Il permafrost si sta sciogliendo: l’allarme dell’esperto

Il riscaldamento globale sta provocando problemi serissimi all’ambiente, come lo scioglimento di storici ghiacciai e foreste divorate dalle fiamme (come sta accadendo in Siberia e in Amazzonia). Ora anche il permafrost è entrato nella soglia di rischio, come precisato all’ANSA da Serghei Zimov.

L’esperto lancia l’allarme: il permafrost si sta sciogliendo

Zimov è uno dei massimi esperti russi di permafrost e assieme al figlio Nikita dirige la stazione di ricerca nord-orientale della Yakutia. Stando a quanto affermato dall’esperto, la situazione sarebbe diventata gravissima, dato che negli ultimi due anni il permafrost ha cominciato a sciogliersi dappertutto nella regione.

La soglia di stabilità è già stata superata e per Zimov nei prossimo 10 anni c’è il rischio che lo scioglimento diventi definitivo, anticipando il tutto di circa un secolo.

È soprattutto l’area di Chersky, che si trova oltre il Circolo Polare Artico, a presentare un significativo deterioramento del permafrost. Una situazione che rischia di diventare problematica per la Yakutia e non solo: Zimov ricorda che il permafrost è ricco di CO2 ma anche di metano, 25 volte più potente dell’anidride carbonica.

Il riscaldamento globale “snobbato” da Bolsonaro e Trump

Zimov ha potuto visionare da vicino il permafrost e di conseguenza lanciare l’allarme grazie alla creazione del Parco del Pleistocene, istituito nel 1996 proprio su iniziativa dell’esperto russo con l’obiettivo di rallentare gli effetti del cambiamento climatico, riducendo l’emissione di gas serra come appunto la CO2 e ridurre così lo scioglimento del permafrost.

Tuttavia, la superficialità dimostrata in questi ultimi anni dal mondo intero sta portando ugualmente ad una condizione di estremo pericolo per l’ambiente.

Basti pensare che il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, continua a respingere le critiche per gli incendi che stanno distruggendo ettari e ettari di foreste in Amazzonia, arrivando anche a rifiutare gli aiuti proposti dai Paesi esteri. Un atteggiamento che fa il paio con quello del presidente USA, Donald Trump, sempre infastidito dalle tematiche ambientali.