Nuove regole per la stufa a pellet: classi ambientali, allerta smog, combustibili ammessi e incentivi. Come usare gli impianti senza rischi.
Gas e gasolio ancora imprevedibili, bollette sotto pressione, case da scaldare in modo sostenibile.
In tanti hanno scelto le biomasse, tra stufa a pellet, legna e caldaie di nuova generazione.
Ma ora il quadro normativo richiede attenzione: classi ambientali, allerte antismog, combustibili certificati, libretti e catasti impianti.
Come orientarsi, regione per regione, senza incorrere in multe o blocchi d’uso? La risposta sta in poche regole pratiche, aggiornate ai nuovi piani aria e agli incentivi confermati.
La bussola resta la classe ambientale dell’apparecchio (da 1 a 5 stelle ai sensi del D.M. 186/2017). In Lombardia per le nuove installazioni servono almeno 4 stelle; è vietato l’uso di generatori 0-2 stelle e, per gli apparecchi già presenti, valgono soglie più severe quando scattano le misure temporanee anti-PM10. Obbligatorio anche l’uso di pellet certificato A1 per i generatori fino a 35 kW, da documentare e conservare.
La logica è simile in tutto il Bacino Padano, con adattamenti locali. In Piemonte non si possono installare generatori sotto le 4 stelle e l’uso è modulato per zona e classe di merito; in Emilia-Romagna le misure antismog 2025-2026 si attivano tra ottobre e marzo; in Veneto le limitazioni emergenziali si agganciano al bollettino dei livelli di allerta PM10. Fuori dalle allerte, la montagna può avere regole meno restrittive. Verificare sempre i siti regionali prima di accendere.
Per nuove installazioni, puntare su stufe e caldaie a 4 o 5 stelle e farsi consegnare: dichiarazione di conformità, libretto, certificazione ambientale. L’installatore deve registrare l’impianto nel catasto regionale; l’utente conserva fatture e schede del combustibile. Nei giorni di allerta, l’uso può essere consentito solo agli apparecchi più performanti o vietato in presenza di alternative di riscaldamento: controllare sempre il bollettino locale prima di accendere. I camini aperti restano sconsigliati e, in molte aree, limitati all’uso saltuario e ricreativo.
Sul fronte economico, il Conto Termico GSE è confermato e sostiene la sostituzione di vecchi generatori con apparecchi a biomassa ad alta efficienza: requisiti stringenti, premi per le basse emissioni e possibilità di acconti sul contributo. In caso di rimpiazzo di vecchie biomasse o combustibili fossili, scegliere modelli 4-5 stelle per massimizzare l’incentivo. Alcune regioni affiancano bandi locali cumulabili. Risultato: consumi più bassi, minori emissioni e impianti conformi. Prima di procedere, valutare con un tecnico i requisiti regionali e l’eventuale obbligo di pellet A1.
Il consiglio per una gestione ottimale è quello di creare una checklist personale:
Così facendo ogni accensione sarà serena e a norma di legge.