Sculture che parlano al futuro: cosa nasconde la mostra 2025 nel Castello di Costigliole d’Asti
Tra ossa, legno e visioni inquietanti: ecco cosa troverai nella mostra contemporanea di Sergio Omedè che scuote l’anima nel Monferrato.
Un castello, un artista e una vertigine visiva. In un angolo silenzioso del Monferrato, luoghi carichi di storia si preparano ad accogliere qualcosa che di storico ha solo la sede.
Il contenuto, invece, guarda avanti. Le pareti antiche di edifici storici ospitano un’esperienza che ha poco di contemplativo e molto di sconvolgente.
Tra luglio e agosto il visitatore sarà invitato non a guardare, ma a sentire. E forse a rivedere se stesso.
Ecco le date in cui si può ammirare le opere.
Un racconto scolpito nel legno che affascina e conquista
Sculture nodose, che sembrano affiorare da un sogno inquieto, e disegni che svelano più di quanto vorrebbero. È questo il linguaggio di un artista che non cerca di decorare, ma di interrogare. Le opere, realizzate negli ultimi dieci anni, affondano le radici nel presente e gettano rami verso un futuro che appare tanto plausibile quanto perturbante.
Corpi, animali, oggetti quotidiani: tutto si fonde e si deforma. La materia lignea si contorce in forme che parlano di crisi, mutazioni, convivenze difficili tra naturale e artificiale. Ma è nel silenzio che si sprigiona il messaggio: osservare non basta, serve mettersi in discussione. Anche i disegni, di grandi dimensioni, non fanno da sfondo ma si impongono come voci parallele: il tratto grafico incalza, rilancia, rincorre le sculture in un dialogo serrato.

Opere d’arte in mostra: ossa, visioni e domande sospese
Non c’è pietismo né autocompiacimento nella scelta di inserire ossa umane tra le forme. Non si tratta di evocazioni macabre, ma di simboli dal doppio volto: da un lato la fragilità della carne, dall’altro la possibilità del riscatto, della resurrezione, anche solo interiore. Le sculture non suggeriscono risposte ma rilanciano dilemmi. Il tempo, la malattia, il corpo che si trasforma: ogni opera è un altare laico al dubbio esistenziale. Chi varca le soglie della mostra si trova dentro una soglia ancora più sottile: quella tra ciò che è e ciò che potrebbe essere. L’artista non firma una denuncia, ma un monito. E lo fa con legno, grafite e inquietudine. Una mostra che non si visita: si attraversa. E quando si esce, qualcosa è cambiato, dentro. Dal 26 luglio al 31 agosto, il visitatore sarà invitato non a guardare, ma a sentire e rivedere se stesso.
Chi è l’artista Sergio Omedé? nato a San Damiano d’Asti nel 1957, è uno scultore formatosi tra Saluzzo e l’Accademia Albertina. Attivo dagli anni ’80, ha esposto in rassegne italiane e internazionali. Le sue opere, spesso in legno, esplorano tematiche antropologiche. È anche docente e autore di installazioni pubbliche e ambientali.
L’inaugurazione si terrà sabato 26 luglio alle ore 18 nelle sale del Castello di Costigliole d’Asti, con la presenza dell’artista e una breve presentazione critica dell’opera. L’ingresso è libero ogni sabato e domenica negli orari indicati: 10.30-12.30 e 15.00-19.00.