Natura

La fine della società o un nuovo inizio? Cosa accadrebbe se tutti lasciassimo la città

Metro (pexels.com) – newsecologia.it

Addio città crudele, altro che migrazione nelle città: ecco cosa accadrebbe se ce ne andassimo a vivere in campagna.

“Voglio andare a vivere in campagna”, lo diceva Toto Cutugno nel 1995, ma in pochi fanno questa scelta.

Il mito della campagna si sta diffondendo sempre più, il desiderio di una vita autentica nella natura è, sulla carta, quello di molti.

La verità è che la natura in molti casi significa anche fatica e lavoro, a meno che non siamo davvero benestanti.

Vista la diffusione di un immaginario positivo di questo cambio di vita, si è diffusa una visione alquanto particolare. Si tratta del pensiero immaginario rispetto a cosa potrebbe accadere se tutti lasciassero la città.

Una vita in campagna o in città? Le motivazioni per lasciate i centri urbani

Se la campagna è spesso associata al lavoro, non si può dire, oggi, che si possa associare la città alla comodità. Molte città, specie quelle più grandi e quindi più popolate, sono ormai un vero e proprio incubo in cui muoversi è complicato e vivere è costoso. Anche per queste ragioni si è iniziato a ipotizzare un possibile ritorno alle campagne, ad esempio, pensiamo al beneficio che se ne trarrebbe visto il costo degli immobili, generalmente molto più basso rispetto alla città.

A immaginare un possibile scenario concreto e dare il là all’elenco dei benefici della campagna è il cambiamento.it, dove sono riportati alcuni dati e considerazioni che mirano smontare l’idea diffusa che il ritorno nelle campagne sia insostenibile per la società, e che questa collasserebbero. Una migrazione nelle campagne, in realtà, potrebbe essere la scelta più salutare per il singolo, ma anche per la collettività. Ecco quali sono i motivi.

Vita nel verde (pexels.com) – newsecologia.it

La campagna, nuova terra di opportunità e sostenibilità

Secondo quanto riportato nell’articolo, già il 25% degli italiani vive in campagna, e finora, di catastrofi sociali avviate da questa motivazione, non ce ne sono state. In realtà, dunque, una migrazione anche consistente dalle città verso le campagne sarebbe auspicabile per diversi aspetti. Ad esempio, la vita in campagna è meno dispendiosa, l’aria è più pulita ( e lo sarebbe anche nelle città, visto una densità di popolazione che diventerebbe più bassa), le comunità sono più unite.

Inoltre, se ci si trasferisce in campagna e si inizia a mangiare i prodotti della terra, si avrà anche un ritorno in termini di salute, del mangiar bene e del benessere psicofisico. Un’alimentazione sana, un ambiente salubre, tutto questo porterebbe alla riduzione di stress e ansia, che sono all’ordine del giorno in città. Quindi, una qualità di vita più alta.

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Beatrice Martini