Un nuovo sistema premia le aziende che proteggono la natura. Ecco come funzionano il bonus e chi potrà beneficiarne.
Quante volte si è parlato di sostenibilità senza mai tradurla in valore concreto per chi la mette in pratica?
E se ogni albero piantato, ogni area bonificata, ogni campo coltivato in modo pulito valesse denaro?
La nuova strategia europea punta a fare proprio questo: trasformare l’attenzione all’ambiente in un’opportunità economica.
E ora anche le aziende, piccole o grandi, possono entrare nel meccanismo e guadagnare… facendo del bene. Di cosa si tratta.
La corsa alla sostenibilità è ormai una direzione obbligata per chi fa impresa in Europa. Ma tradurre l’impegno ambientale in un ritorno concreto resta una delle grandi sfide di questi anni. Le aziende, soprattutto le piccole e medie, faticano a investire in pratiche green se non vedono vantaggi tangibili e immediati. Eppure, da Bruxelles arriva un cambio di passo importante. L’idea è semplice: se curi il territorio, se proteggi la biodiversità, se riduci l’impatto delle tue attività sull’ambiente… allora hai diritto a un riconoscimento economico.
Non una detrazione fiscale o un contributo una tantum, ma un vero e proprio credito ambientale da usare, scambiare o vendere. Il principio è quello già collaudato con i crediti di carbonio, ma qui si va oltre. Non si parla solo di emissioni, ma di natura viva: boschi, suoli, insetti impollinatori, prati, corsi d’acqua. Un ecosistema, insomma, che ha un valore e che da oggi potrà entrare nei bilanci.
La Commissione Europea ha lanciato nel 2025 un progetto pilota per creare un vero mercato europeo dei crediti di natura. Il funzionamento è intuitivo: chi realizza interventi certificati per ripristinare o proteggere ecosistemi naturali riceverà un credito, riconosciuto da un ente indipendente, da utilizzare o vendere. Tra le attività premiate ci sono la riforestazione, il ripristino di zone umide, l’agricoltura senza pesticidi o il recupero di aree degradate. Il valore del credito varierà in base all’impatto effettivo sulla biodiversità e alla qualità del progetto.
Questi crediti potranno essere acquistati da altre aziende – pubbliche o private – interessate a compensare le proprie attività inquinanti o semplicemente a migliorare il proprio profilo ESG (ambientale, sociale e di governance). La sperimentazione durerà fino al 2027 e punta a coinvolgere anche le PMI, spesso escluse dai meccanismi finanziari più complessi. Alcuni Paesi, tra cui anche l’Italia, hanno già avviato iniziative locali. L’obiettivo? Trasformare ogni gesto concreto per l’ambiente in un’opportunità economica. Perché oggi essere sostenibili non è solo un dovere morale, ma anche un’occasione di crescita reale.