Fotocatalisi solare: il reattore giapponese che trasforma acqua e luce in CARBURANTE GREEN | Il futuro è già qui

Scienziato al lavoro
Scienziato al lavoro (canva) Newsecologia.it

Un’équipe di scienziati sta lavorando a una tecnologia che promette di rivoluzionare la produzione globale di carburante pulito.

Ogni giorno si parla di energia pulita, ma una soluzione davvero rivoluzionaria tarda ad arrivare.

Il sole splende, l’acqua scorre: e se bastassero questi due elementi per creare carburante?

Alcuni ricercatori ci stanno provando davvero, con una scoperta che sembra uscita da un romanzo di fantascienza.

Ma la realtà, a volte, supera l’immaginazione. E oggi quella realtà parla giapponese.

Una tecnologia che imita la natura

Da sempre, gli scienziati osservano il mondo naturale alla ricerca di soluzioni sostenibili. La fotosintesi clorofilliana, il processo che consente alle piante di trasformare luce e acqua in energia, è stata a lungo una fonte d’ispirazione. Immaginate quindi una macchina capace di replicare questo meccanismo, ma con l’obiettivo di produrre energia per le nostre case, le nostre auto, le nostre città. Non un sogno lontano, ma un progetto concreto in fase di sviluppo.

Il punto di partenza è semplice: sfruttare risorse abbondanti e gratuite come la luce solare e l’acqua. Ma la sfida tecnologica è enorme. Come separare, su larga scala, le molecole dell’acqua per ottenere idrogeno — un combustibile pulito — e ossigeno? Come farlo in modo efficiente e sicuro? Ecco cosa sta accadendo.

Raggi solari sull'acqua
Raggi solari sull’acqua (Canva) Newsecologia.it

Il reattore che trasforma luce e acqua in carburante

La rivelazione arriva da una squadra di scienziati giapponese, che ha creato un prototipo di reattore alimentato da fotocatalisi. Si tratta di un processo che, grazie a particolari materiali capaci di assorbire la luce solare, scinde le molecole dell’acqua. Tale processo consente di separare l’idrogeno puro per impiegarlo come combustibile. A differenza dei metodi tradizionali, che richiedono temperature elevate o fonti fossili, questa nuova tecnologia lavora a temperatura ambiente e utilizza solo acqua e sole.

Il cuore dell’innovazione è un sistema a “foglie artificiali” che imita le piante, diviso in due fasi per migliorare la separazione tra ossigeno e idrogeno. Un sistema che consente una produzione sicura ed efficiente. Tuttavia, il rendimento attuale è ancora basso: circa l’1% sotto luce solare simulata. L’obiettivo degli scienziati è portarlo almeno al 5%, soglia necessaria per renderlo competitivo con le tecnologie esistenti. Se riusciranno, il mondo avrà accesso a una fonte di energia rinnovabile, scalabile, e a bassissimo impatto ambientale. Un traguardo che potrebbe cambiare le regole del gioco energetico globale, riducendo drasticamente l’uso di combustibili fossili. E forse, per la prima volta, portare davvero a compimento quella transizione ecologica che l’umanità insegue da decenni.