L’oro verde che batte Wall Street: la corsa alla terra sta riscrivendo l’economia globale | Pianeta in vendita o sviluppo economico
L’accaparramento di terre su scala mondiale sta modificando tutti gli equilibri economici, ambientali e geopolitici.
Un nuovo tipo di investimento si sta diffondendo a livello globale, coinvolgendo fondi, aziende e governi.
Si tratta di operazioni spesso silenziose, ma dagli effetti significativi su scala planetaria.
Negli ultimi anni, questo fenomeno ha cambiato la mappa della proprietà agricola e naturale.
I dati mostrano un’espansione continua, con implicazioni economiche e ambientali rilevanti.
Cresce l’interesse finanziario per le terre agricole
Il fenomeno dell’acquisizione su larga scala di terre, noto come land grabbing, ha registrato un’accelerazione significativa dal 2008. Secondo i dati raccolti dalla Land Matrix Initiative, oltre 77 milioni di ettari di terra sono stati oggetto di contratti di compravendita o leasing a lungo termine, soprattutto in Africa, Asia e America Latina. Gli attori coinvolti includono fondi sovrani, aziende agroalimentari e investitori istituzionali.
L’obiettivo è accedere a risorse agricole, idriche o minerarie, oppure investire in progetti di riforestazione e compensazione carbonica. Le operazioni sono spesso formalmente regolari, ma avvengono in contesti con poca trasparenza e sistemi di registrazione della proprietà incompleti. In molti casi, le popolazioni locali non vengono consultate o informate adeguatamente. Tutto questo può diventare un problema per il Pianeta oppure si tratta di un’opportunità di investimento nel settore green? Le conseguenze potrebbero essere diverse, approfondiamo.

Impatti ambientali e territoriali documentati
Diversi studi internazionali hanno rilevato conseguenze dirette di queste acquisizioni su ambiente e comunità. Le aree interessate vengono talvolta trasformate in monocolture, impianti di biocarburanti o allevamenti intensivi. Ciò può comportare deforestazione, degrado del suolo, perdita di biodiversità e riduzione dell’accesso alle risorse per le popolazioni locali. Alcuni rapporti segnalano anche casi di spostamenti forzati o conflitti per l’uso del territorio. Quindi un segnale negativo per la conservazione dell’ambiente e della biodiversità.
Sul fronte ambientale, il cambiamento dell’uso del suolo su larga scala incide anche sul ciclo dell’acqua e sulle emissioni di gas serra. Le analisi più recenti suggeriscono che una gestione non sostenibile delle terre acquisite possa aggravare le crisi climatiche in atto. Il crescente interesse economico per la terra evidenzia come le risorse naturali siano ormai al centro delle strategie finanziarie globali. Mentre investitori e stati si contendono ettari in tutto il mondo, la sfida rimane garantire trasparenza, tutela dei diritti locali e sostenibilità ambientale. La terra, oggi più che mai, non è solo un bene agricolo: è un asset geopolitico. Una situazione da non sottovalutare per non trovarsi poi con conseguenze irreparabili. Lo studio della tendenza deve proseguire in modo da mantenere il controllo su natura e ambiente.