Prodotti alimentari a rischio, questa sigla è allarmante: non comprarli

Attenzione alle sigle sulle etichette alimentari
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Quando si acquistano prodotti alimentari è bene leggere con attenzione l’etichetta nutrizionale, evitando alcune sostanze rischiose.

L’attenzione che oggi i consumatori rivolgono ai prodotti alimentari, e non solo, che acquistano, è davvero tanta, dall’etichetta dei valori nutrizionali, ai metodi di produzione e lavorazione, al luogo di origine e all’impatto ecologico. La dieta e i consumi alimentari della maggior parte si sono evoluti, sia per quantità che qualità, sempre di più coloro che scelgono un’alimentazione sana e sostenibile.

Nonostante la grande attenzione e meticolosità dei consumatori, il mondo dei prodotti alimentari è talmente vasto e complicato che è impossibile poterne controllare tutti gli aspetti, almeno dalla parte di chi acquista. Spesso il cibo è lavorato con delle sostanze che non sono proprio salutari, tutt’altro, celano una pericolosità per la salute e nel tempo prolungato possono danneggiarla.

In particolare, il consumatore può difendersi leggendo attentamente l’etichetta dei prodotti alimentari quando li acquista. Dovrà evitare di comprarli e di mangiarli quindi, quando leggerà tra gli ingredienti, la sigla e la denominazione di alcune sostanze che altro non sono che addensanti, stabilizzanti  e emulsionanti: le sigle vanno da E400 a E499.

Il difosfato disodico E450, in quali cibi si trova

Sostanze molto utilizzate in campo alimentare per esaltare il gusto, migliorare i valori nutrizionali e anche gli alimenti in cottura, per rendere più appetibile l’aspetto, per la densità e la cremosità, per prolungarne la durata. Tra questi in particolare, il difosfato disodico, sotto la sigla E450, un additivo esaltatore della sapidità e anche agente lievitante.

Questo additivo, si trova in vari prodotti alimentari industriali per esempio nei salumi, formaggi fusi, prodotti dolciari, da forno e impanati, nei cereali per la colazione, nel latte in polvere, in vari preparati e nelle farine auto-lievitanti. Un consumo eccessivo e prolungato può causare problemi digestivi, demineralizzazione ossea e iperattività specie nei più piccoli.

Scegliere un prosciutto cotto senza polifosfati aggiunti
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I fosfati e polifosfati, il gruppo E400

Tra gli altri additivi, i più conosciuti polifosfati, quelli del gruppo E400 e oltre. Ormai tra quelli più segnalati, visto che molte produzioni alimentari sottolineano l’assenza sulle confezioni. Purtroppo di frequente presenti in alcuni cibi, come in certi tipi di prosciutto cotto, in alcuni chewin-gum, in vari snack, sono spesso consumati dalle fasce dei piccolissimi e giovanissimi. Un uso smisurato provoca difficoltà di assimilazione del calcio, magnesio e ferro.

Sono vietati nei prodotti alimentari per l’infanzia, quelli per la fascia d’età dagli 0 ai 3 anni. Ma per gli altri consumatori, basterà scegliere cibi senza l’aggiunta di polifosfati. L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) nel 2019 ha stabilito la dose giornaliera globale ammissibile (DGA) per i fosfati, naturalmente presenti anche nell’organismo in veste di nutrienti essenziali, di 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno, che corrisponde a 2,8 grammi di fosforo al giorno per un adulto medio di 70 kg.