RDC, la stretta dei furbetti: se rifiuti il lavoro ecco cosa succede

Stretta al reddito di cittadinanza - Fonte AdobeStock
Stretta al reddito di cittadinanza – Fonte AdobeStock

Con la nuova manovra è stata prevista un’importante stretta per il Reddito di cittadinanza e i furbetti, ecco cosa succede se rifiuti il lavoro.

Sono tanti e diversi gli aggiornamenti fatti dal governo sul sostegno economico che aiuta i cittadini abili al lavoro a trovarne uno sul territorio nazionale.

L’attuale governo, da prima di vincere le elezioni, aveva già promesso importanti modifiche al Reddito di cittadinanza – la misura studiata per aiutare i cittadini a trovare lavoro e ad affrontare le spese con un sostegno economico.

In queste ore, con la nuova manovra, sono stati diffusi tutti i dettagli delle modifiche apportate, che sono tante e di tipo diverso. In particolare è stata prevista un’importante rettifica che riguarda il concetto di offerta di lavoro congrua. Vediamo dunque come cambierà il RdC nei prossimi mesi.

Reddito di cittadinanza, tutti gli aggiornamenti sul sostegno

Con la nuova manovra è stata prevista un’importante stretta anche in merito al Reddito di cittadinanza, che a tutti gli effetti nei prossimi mesi cambierà radicalmente volto. Il primo punto, nonché il più discusso in queste ore, riguarda l’eliminazione del termine “congrua” in merito all’offerta di lavoro prevista dal sostegno.

Stretta al reddito di cittadinanza - Fonte AdobeStock
Stretta al reddito di cittadinanza – Fonte AdobeStock

Ad oggi il beneficiario del Reddito ha l’obbligo di dare immediata disponibilità al lavoro, ma quest’ultimo viene ricercato in base alla distanza dall’abitazione del soggetto – ovvero una distanza massima di 80km e raggiungibile al massimo in 100 minuti con i mezzi di trasporto. Con la modifica al testo, invece, non ci saranno restrizioni territoriali e la proposta avverrà entro i confini nazionali.

Se dunque il beneficiario rifiuta l’offerta di lavoro il sostegno sarà immediatamente annullato e non potrà beneficiare ulteriormente dell’assegno. Quest’ultimo, inoltre, sarà erogato non più per otto mesi – come da normativa attuale – ma per sette mensilità.

Infine, nell’ottica di incentivare allo studio o quantomeno alla formazione lavorativa, i beneficiari tra i 18 e i 29 anni che non hanno completato il ciclo di studi obbligatorio, saranno tenuti a frequentare corsi di formazione per poter continuare a beneficiare del sussidio.

L’unica categoria che non subirà queste modifiche sono i nuclei famigliari con figli, con disabili a carico e gli ultrasessantenni – che dunque potranno continuare a ricevere il sostegno anche dopo i sette mesi su menzionati.