Pagare meno tasse è possibile: ecco come fare

Come pagare meno tasse? E’ possibile? – newsecologia.it                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Vedremo all’uopo le misure che si possono utilizzare nel caso tu abbia una partita Iva, ossia lavori autonomamente o per mezzo di una ditta. O ancora, nel caso delle tasse pagate in busta paga se sei un dipendente.

Pagare meno tasse è possibile, se sei un dipendente, un lavoratore autonomo, o una ditta individuale. Ci occupiamo cioè di tasse sul lavoro. Vediamo in particolare come fare per risparmiare una certa somma all’anno. 

Partendo dal presupposto che le tasse dovranno essere pagate, vi sono degli accorgimenti da prestare affinché si spenda di meno per il pagamento delle stesse. Il tutto dovrà avvenire, chiaramente, in maniera del tutto legale.

Ridurre le tasse che paghi sul lavoro

Molte spese sono detraibili dal reddito complessivo, e anche se esigue si accumulano – newsecologia.it

Partiamo da un principio fondamentale: il principio d’inerenza. Molte partite Iva non calcolano con precisione i costi inerenti allo svolgimento della propria attività. Il suddetto principio è appartenente all’Ordinamento tributario e si ricava dal comma 5 dell’art. 109 del Tuir (Testo Unico sulle Imposte sui Redditi).

Si badi al fatto che una partita Iva sostiene dei costi, ad esempio pranzi al ristorante, rifornimenti di carburante per gli spostamenti eseguiti per lavoro, spese di aggiornamento professionale, per citarne alcuni. Orbene, seppur non molto rilevanti se assunti separatamente, gli stessi potranno contare per una certa entità a fine anno.

I costi possono essere detratti dal reddito in quanto oneri deducibili, a patto che siano sostenuti dal titolare di partita Iva e documentati da fattura o documento commerciale (scontrino). Parliamo chiaramente di tutti gli oneri sostenuti nell’ambito della propria attività e agli stessi inerenti, quali, oltre ai pasti effettuati nelle trasferte e i consumi di carburante nell’espletamento dell’attività,  se ne annoverano altri.

Vi troviamo i costi per l’acquisto di materiale di cancelleria e valori bollati, le spese per aggiornamento professionale e del relativo materiale, acquisto di libri inerenti all’attività esercitata, acquisto di riviste professionali, i costi per il lavoro dei dipendenti e per le prestazioni di lavoro autonomo occasionale.

Laddove si abbia una ditta, meglio stabilire la forma giuridica adeguata in relazioni alle dimensioni, così da evitare di pagare più tasse del dovuto. Ad esempio, le S.r.l sono più flessibili rispetto alle S.p.a, e si adattano alle ditte di piccole e medie dimensioni. Per ditte dove vi trovate ad operare solamente voi, vi converrà ancor di più l’istituzione di una ditta individuale (che non sia società).

Se si dispone di busta paga, si possono pagare meno tasse con la richiesta, da parte del dipendente, di accedere alle detrazioni fiscali sull’Irpef. In questo modo il dipendente potrà ottenere sconti sulle tasse in busta paga tenendo conto di quelle che sono state, nell’anno precedente, le spese sanitarie, relative a mutui ipotecari, erogazioni liberali, spese veterinarie, per gli asili nido, e molte altre.

Se sei lavoratore autonomo, puoi rientrare su richiesta nel regime forfettario con aliquota del 15%, non più fino a 65.000 euro, ma fino a 85.000 euro (Finanziaria 2023). L’aliquota è, per i primi 5 anni di attività, pari al 5%. L’aliquota è calcolata sul coefficiente di redditività, che per gli studi professionali è del 78% sui ricavi totali.