Gli sprechi alimentari in Italia costano più di 15 miliardi

In Italia lo spreco alimentare ammonta a 15 miliardi all’anno: questo è quanto rivelato da alcuni dati illustrati al Ministero dell’Ambiente in occasione della presentazione della settima edizione del premio “Vivere a Spreco Zero”. Si è stimato che lo spreco alimentare domestico rappresenti i 4/5 dello spreco alimentare complessivo in Italia: questi equivalgono a 12 miliardi a cui si devono aggiungere altri 3 miliardi prodotti dalla filiera di distribuzione.

I dati sugli sprechi alimentari in Italia

Sono stati i test scientifici dei “Diari di famiglia” del progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Università di Bologna ad offrire i dati sugli sprechi alimentari in Italia.

Stando a questi dati, lo spreco di cibo pro capite settimanale in Italia è di 700,7 grammi ossia 3,76 euro settimanali e 196 euro annuali.

Lo spreco alimentare domestico in Italia vale 12 miliardi ai quali si deve aggiungere lo spreco alimentare di filiera (produzione e distribuzione) che vale oltre 3 miliardi: in totale, dunque, lo spreco alimentare complessivo è di 15 miliardi.

La distribuzione, infatti, anche se adotta delle buone pratiche di recupero del cibo a ridosso della scadenza, produce 220000 tonnellate di cibo sprecato (soprattutto frutta, verdura, pane, prodotti da forno e latticini) ogni anno, cioè 18,7 kg di cibo sprecato ogni anno per metro quadro di superficie di vendita.

Sprechi alimentari nelle scuole

Anche nelle scuole avvengono molti sprechi alimentari: stando all’indagine Reduce, nelle mense l’avanzo medio nel piatto di ogni studente è di 90 grammi per ogni pasto.

Ma è proprio dalle scuole che dovrebbero partire delle buone pratiche per creare una società sostenibile: è questo quanto si aspettano 7 italiani su 10.

Secondo i dati 2019 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg, infatti, la maggior parte degli italiani si aspetta che sia proprio la scuola a sensibilizzare sul tema degli sprechi alimentari le nuove generazioni.

Il presidente dell’associazione, Andrea Segrè, è intervenuto dicendo che è importante che siano individuate delle buone pratiche da adottare sia sul piano personale sia nei luoghi pubblici.