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Cambiamento climatico: rischio desertificazione anche in Italia

Il cambiamento climatico è una delle questioni maggiormente dibattute negli ultimi tempi. Situazioni come lo scioglimento di alcuni dei ghiacciai più importanti o la devastazione che sta interessando le foreste dell’Amazzonia hanno fatto riesplodere discussioni e polemiche. Il progressivo surriscaldamento sta comportando anche un aumento della desertificazione, come evidenziato anche dal recente studio del Joint Research Centre dell’Unione Europea.

Rischio desertificazione, in Sicilia situazione molto preoccupante

In Spagna le aree ad alto rischio di erosione sono già il 44%, mentre in Portogallo si arriva al 33%. In Grecia e Italia la percentuale è del 20%, ma la problematica diventa molto più evidente se si analizzano le varie Regioni all’interno dei singoli Stati.

Prendendo in esame proprio il nostro Paese, emerge con chiarezza come le aree a rischio desertificazione in Sicilia raggiungano ormai il 70%. Subito dietro troviamo il Molise (58%), la Puglia (57%) e la Basilicata (55%).

Ma le difficoltà non sono soltanto al Centro-Sud: nel Settentrione, infatti, le aree agricole a rischio desertificazione sono più di quanto si possa immaginare. Il presidente dell’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), Francesco Vincenzi, sottolinea la necessità di un sistema irriguo razionale, efficace e continuativo.

Il 91% dei comuni italiani in aree a rischio idrogeologico

La gestione delle risorse idriche è certamente un aspetto cruciale in un territorio come quello italiano, dove unitamente al rischio desertificazione si unisce un quadro a livello idrogeologico tutt’altro che esaltante.

I territori a rischio alluvioni e frane, in Italia, sono moltissimi, con circa 6 milioni di persone interessati. Basti pensare che il 91% dei comuni italiani è situato in territori considerati a rischio dal punto di vista idrogeologico.

Il riscaldamento globale ovviamente peggiora la situazione: i meteorologi hanno classificato il mese di luglio come il più caldo dal 1880 e l’aumento delle temperature è ormai costante nell’ultimo decennio. Servono quindi interventi molto seri, a livello nazionale ma anche e soprattutto globale, a cominciare da una corretta gestione delle risorse idriche.

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Redazione