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Legambiente denuncia: aumentano i sussidi alle fonti fossili

Dal 2013 in poi i sussidi alle fonti fossili di energia (quindi carbone, derivati del petrolio e gas) sono cresciuti del 10.4% su scala mondiale. Eppure liberarci dal fossile ci consentirebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 750 milioni di tonnellate, contribuendo così al raggiungimento di una buona parte dell’obiettivo fissato dall’Accordo sul clima di Parigi.

A sostenerlo è Legambiente nel rapporto “Stop sussidi alle fonti fossili” presentato pochi giorni fa alla Conferenza Onu sul clima Cop22 di Marrakech.

«Oggi le fonti rinnovabili rappresentano una alternativa valida e sempre più conveniente – scrive Legambiente – per cui è assurdo che l’estrazione e il consumo di petrolio, gas e carbone benefici ancora di importanti contributi».

Nel dettaglio, i numeri incastrano un po’ tutte le grandi potenze mondiali: ad avere aumentato i fondi alle fonti fossili negli ultimi anni sono stati un po’ tutti i Big dell’economia, con la Cina che ha investito un 22% in più sulle fonti fossili, con gli Stati Uniti che hanno aumentato del 14% i contributi all’energia fossile e con Europa e Russia che hanno speso rispettivamente il 10.4% e il 5.7% in più.

In Europa, la nazione che tutt’oggi contribuisce maggiormente alle fonti fossili è la Germania, la cui spesa è arrivata a toccare i 55.6 miliardi di dollari. Seguono Regno Unito con 41.2 miliardi, Francia con 30.1 miliardi, Spagna con 24.1 miliardi, Repubblica Ceca con 17.5 miliardi e Italia con 13.2 miliardi.

Matteo D’apolito

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Redazione