Cop21, qual è la situazione dell’Italia ?

‹‹Una giornata storica››.  Con queste parole il segretario delle Nazioni Unite Ban-Ki Moon ha definito l’accordo sul clima siglato da 175 paesi durante il Cop21 dello scorso 22 aprile.

Un accordo che prevede un impegno unanime nel contrasto ai cambiamenti climatici, e più in particolare nel tentativo di limitare l’aumento della temperatura globale entro i 2 gradi Celsius. Tra combustibili fossili, energie rinnovabili, emissioni di gas serra e sviluppo tecnologico, sono stati molti i temi dibattuti in questa grande reunion, e anche seri gli impegni che ciascun paese firmatario ha garantito di prendersi in carico.

L’Italia è tuttavia lontana dal raggiungimento di questi risultati, perchè per quanto ci sia del vero nelle dichiarazioni tramite cui il premier Renzi definiva l’Italia come l’unico paese che ha già raggiunto gli obiettivi europei sulle rinnovabili, è anche vero che ci sono ancora molti punti su cui occorrerà lavorare.

Se l’Italia, così come ribadito da Renzi, ha il merito di aver portato le energie pulite dall’8 al 16% del fabbisogno nazionale, c’è da considerare però che nell’ultimo triennio la situazione è andata peggiorando.

Secondo i dossier, nel Bel Paese le rinnovabili sono passate dal 16.7% del 2013 al 17.3% del 2015, cavalcando una crescita davvero molto contenuta (si parla di un +0.2% su base annua). Ma c’è di più, perché anche la quota di elettricità proveniente da fonti rinnovabili ha segnato una battuta d’arresto passando dal 43% al 38% del 2015. Anche per queste ragioni e pur avendo centrato l’obiettivo europeo del 17% al 2020, l’Italia è ancora molto lontana dal raggiungimento del 27% al 2030.

Viviana Bottalico